Più digitale. Durante la pandemia l’uso degli strumenti digitali da parte di individui e organizzazioni è nettamente cresciuto. Anche in un Paese come l’Italia, che secondo i dati Ue è agli ultimi posti in Europa per digitalizzazione. E anche in un ambito come il Terzo settore i cui enti, salvo alcune eccezioni, non sfruttano ancora a pieno le nuove tecnologie.

«il Terzo settore ha ritardato troppo il momento in cui affrontare il tema del digitale. Il Coronavirus l’ha confermato»

Mario Calderini è direttore del centro Tiresia che, al Politecnico di Milano, studia l’innovazione sociale. A suo parere, «il Terzo settore ha ritardato troppo il momento in cui affrontare il tema del digitale. Il Coronavirus l’ha confermato». Molte organizzazioni si sono dovute adeguare in fretta, implementando gli strumenti per il lavoro da remoto, spostando gli eventi dal vivo su internet e puntando molto più del solito sulle donazioni online che, nel 2018, erano il 27 per cento del totale. Occuparsi di digitale e Terzo settore, però, non significa solo parlare di comunicazione e fundraising. La questione è ben più ampia e almeno in parte inesplorata, al punto che non esistono dati nazionali esaustivi.

Nel 2018 Italia Non Profit, dopo aver interpellato 176 operatori del settore, concludeva che la loro percezione generale era che le organizzazioni mancassero di «visione strategica sulle tematiche digitali». Il punto è cruciale perché, per scalare la piramide della trasformazione digitale, bisogna avere una strategia per salire un gradone alla volta. Prima si passa dall’analogico al digitale. Poi si migliorano i processi grazie a tecnologie e dati. Quindi inizia la vera e propria trasformazione digitale, un processo che cambia radicalmente le attività esistenti, ne fa nascere di nuove e le rende scalabili. «Il digitale consente di esplorare opportunità nuove e su scale di dimensioni prima impensabili», spiega Calderini. Il discorso vale in tutti i settori economici, non profit compreso. «La tecnologia ormai ha costi accessibili. I sensori oggi si pagano pochi centesimi: in campi come la cura e l’assistenza degli anziani possono essere usati per aumentare notevolmente il numero delle persone aiutate».

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